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Rischio di poliabortività

Rischio di poliabortività

La proteina HLA-G è una proteina del Sistema Maggiore di Istocompatibilità di classe I caratterizzata da:

  1. un basso polimorfismo allelico (solo 50 alleli http://hla.alleles.org/alleles/class1.html)
  2. una ristretta distribuzione tessutale
  3. un differente splicing dell’mRNA che genera 7 isoforme proteiche
  4. una possibile funzione biologica nell’induzione della tolleranza verso il “non self” ed antiinfiammatoria

Un polimorfismo di inserzione/delezione di 14 bp (rs6375) nella regione 3’UTR è stato correlato alla stabilità dell’mRNA ed alla quantità della proteina HLA-G [5,6]. L’allele con un’inserzione di 14 bp è stato associato ad una più bassa espressione del messaggero. Tra le 7 isoforme ottenute da splicing alternativo dello stesso trascritto primario, 4 sono proteine di membrana e 3 sono proteine solubili: queste ultime contengono l’introne 4 che, contenendo un codone di stop precoce, induce delle proteine tronche non ancorabili alla membrana.

Nelle tecniche odierne di riproduzione in vitro, l’impianto dell’embrione rimane un evento complesso e poco conosciuto: la percentuale di successo d’impianto si aggira intorno al 20%. Studi recenti hanno riportato l’importanza di alcune molecole nella regolazione dello sviluppo dell’embrione prima dell’impianto e sull’impianto stesso. Un possibile marker sembra essere la proteina HLA-G solubile. Scarsi livelli di espressione di questa proteina solubile, sembra non innescare il processo di tolleranza immunologica necessaria alla sopravvivenza dell’embrione. La concentrazione della proteina sHLA-G rilasciata dall’embrione e anche quella prodotta dalla mamma dipende dal genotipo del gene HLA-G. Nel quadro della diagnostica di infertilità di coppia, poiché il genotipo dell’embrione dipende sia dal padre che dalla madre, per stimare le potenzialità dell’embrione a produrre la proteina sHLA-G, l’analisi delle varianti sul gene HLA-G犀利士
viene eseguita su entrambi i partners.

L’endocrinologia nella stimolazione ovarica

La variabilità genetica tra gli individui è un fattore importante nel determinare la risposta ovarica alla stimolazione da gonadotropine. Differenze genetiche possono contribuire alla diversità delle caratteristiche cliniche associate alla risposta ovarica. Potenziali geni candidati per la funzionalità ovarica includono tutti quelli coinvolti nella secrezione pituitaria dell’FSH e nel controllo a feedback negativo dello stesso. Nuovi polimorfismi e mutazioni sono stati individuati (tra gli altri) nei geni che codificano per il recettore dell’FSH, per il recettore dell’LH e per l’inibina a.

RECETTORE PER FSH

Caratteristiche genetiche

Nell’esone 10 dell’FSHr sono state individuate due varianti nucleotidiche (SNPs), in posizione 919 e 2039 della sequenza nucleotidica (GeneBank n° NM_000145), che determinano una sostituzione amminoacidica, rispettivamente, in 307 (Ala307Thr) e 680 (Ser680Asn), in regioni adiacenti ai loops trans membrana. Per un meccanismo di linkage disequilibrium, i due genotipi Ala 307/Ser680 e Thr307/Asn680 sono ereditati comunemente insieme, creando due principali aplotipi che sono ugualmente distribuiti nella popolazione Caucasica. I rimanenti alleli rappresentano meno del 5% del totale.

Caratteristiche fenotipiche

Queste varianti nucleotidiche sono strettamente correlate a differenze nell’azione dell’FSH durante la stimolazione ovarica e a differenze nella regolazione del normale ciclo mestruale (Behre et al. 2005; Greb et al. 2005). L’aplotipo Ala 307/Ser680 determina:

  1. in omozigosi, una debole resistenza e/o una bassa risposta all’FSH e alcuni studi mostrano
  2. un’associazione tra questo genotipo e casi di amenorrea e/o anovulazione (Sudo et al. 2002; Laven et al. 2003);
  3. nessuna associazione è stata riscontrata con la Premature Ovarian Failure (POF) (Conway et al. 1999; Sundblad et al. 2004).
  4. In uno studio è stata mostrata associazione con la suscettibilità a sviluppare alcuni tipi di tumore dell’ovaio (Yang et al. 2006).
  5. L’associazione tra queste varianti alleliche e la presenza di ovaio policistico è controversa.

L’analisi molecolare per queste varianti viene effettuata mediante amplificazione con PCR e taglio con Endonucleasi specifiche per i siti polimorfici in oggetto.

RECETTORE PER LH

Caratteristiche genetiche

Le mutazioni descritte per il recettore dell’LH possono essere attivanti o inattivanti, possono essere distribuite in tutta la proteina ma sono particolarmente raggruppate nel V e, ancor più, nel VI dominio transmembrana.

Caratteristiche fenotipiche

L’attivazio犀利士
ne costitutiva del recettore determina pubertà precoce nei maschi (FMPP) mentre il fenotipo delle mutazioni loss of fuction dipende dal grado di alterazione del recettore. Nei maschi si va dalla completa distruzione della differenziazione sessuale all’ipoplasia delle cellule del Leydig (LCH) e le femmine si presentano con normali caratteristiche sessuali primarie e secondarie ma con amenorrea.

Nel nostro laboratorio effettuiamo l’analisi molecolare della regione 3’ terminale dell’esone 11 dell’LHR mediante amplificazione e sequenziamento diretto su entrambi gli orientamenti. Le mutazioni che possono essere individuate con questo approccio sono le seguenti, secondo quanto riportato nel database del recettore dell’LH (http://www2.eur.nl/fgg/endov/lhr.html).

INIBINA a

Caratteristiche genetiche

I geni dell’inibina sono altamente conservati (anche tra specie diverse) e non sono state identificate molte varianti nucleotidiche diverse. L’unica variante riscontrata con una certa frequenza è la transizione G769A che causa una sostituzione nucleotidica al codone 257 (Ala257Thr), nel putativo sito di legame con il recettore.

Caratteristiche fenotipiche

La principale funzione dell’inibina nelle donne è la regolazione della secrezione pituitaria dell’FSH. Un declino nella concentrazione sierica dell’inibina determina un incremento dell’FSH che coincide con un incremento della deplezione follicolare durante la transizione in menopausa (Richardson et al.1987). E’ stato proposto che mutazioni funzionali nei geni dell’inibina possono determinare una diminuzione della quantità di inibina “bioattiva”, portando ad un aumento della concentrazione di FSH e, quindi, deplezione prematura dei follicoli. La variante G769A è stata associata con la POF (Shelling et al. 2000; Chan et al.2007). L’analisi molecolare per questa variante viene effettuata nel nostro laboratorio mediante amplificazione con PCR e taglio con Endonucleasi specifiche per il sito in oggetto.